The Passenger Nigeria by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Iperborea
pubblicato: 2022-04-11T22:00:00+00:00

Oltre a The Law, Ineba aveva altri due figli di stanza a Port Harcourt, Helen e George; entrambi erano i pilastri della sua vecchiaia. George era il figlio maschio più giovane e dopo l’università era tornato a vivere con lei, poco prima che io e mio fratello dicessimo addio alla casa della nostra infanzia. Lì si era sposato, era andato a vivere con la moglie, e i loro tre figli erano arrivati ad affollare ancor più le stanze. Data la vicinanza, si era preso cura di Ineba man mano che la sua vista, e poi le gambe, avevano cominciato a cedere, decidendo per lei nella vecchiaia come la madre aveva fatto per lui in fanciullezza: gestiva le sue finanze, controllava la sua alimentazione e si assicurava che si lavasse i denti prima di dormire, e la sistemò in una camera da letto più piccola per soddisfare il bisogno di spazio della sua famiglia in crescita. Erano pochi i compiti che si rifiutava di svolgere, come cambiarle il pannolino, di cui si occupava Helen.

Come The Law, la sorella appena più grande, Helen era un’impiegata statale da poco in pensione; dopo 35 anni da insegnante della scuola secondaria, era stata mandata a casa con una somma modesta che limitava il suo già parco stile di vita. L’ex marito era dirigente di una compagnia petrolifera, con un salario dieci volte più alto. Helen sapeva cosa voleva dire vivere nel comfort dell’aria condizionata, ma dopo la separazione si era adattata a non possedere più neanche la macchina con una contentezza che solo chi è riuscito a lasciarsi alle spalle un partner violento può comprendere. La sua serenità era l’involucro protettivo contro i colpi che arrivavano ancora da quel matrimonio fallito. I quattro figli erano diventati l’unico varco di accesso alla vita di lei per un padre vendicativo, che per vent’anni li aveva usati come frecce avvelenate. I gingilli che comprava ai figli, le pizze take away e i giri in gelateria, i laptop che lei non poteva permettersi, i costosissimi smartphone di cui non avevano bisogno e le somme oscene delle paghette erano un modo per sventolarle in faccia i suoi soldi; usava perfino la loro istruzione, insistendo a scegliere e cambiare le scuole che frequentavano senza consultarla. Quando lei si lamentò che la nuova scuola era troppo distante, lui rispose comprando una macchina che le parcheggiò sotto casa e assunse un autista per accompagnare soltanto i figli ovunque avessero bisogno di andare. Helen accettò tutto quello che non poté cambiare e riuscì comunque a trovare il coraggio di crescere con dignità i suoi ragazzi. Quando infine il padre li allontanò da lei iscrivendoli tutti e quattro a delle università straniere, erano ormai diventati creature della loro madre, forgiati nella fucina della sua pacata tenacia.

Tra tutte le figlie di Ineba, Helen era quella che aveva sempre vissuto più vicino alla madre, una volta affittando perfino un appartamento all’angolo della stessa strada. Aveva fatto amicizia con le amiche di Ineba, prima che morissero una dopo

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